La pressione alta è una delle patologie più diffuse nei Paesi industrializzati. Secondo la Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa e l’Istituto Superiore di Sanità, all’incirca un italiano su 3 soffre di pressione alta [1]: un numero così elevato da farci pensare che l’ipertensione sia una condizione quasi normale, e non una patologia pericolosa.
In questa piccola guida, ti spiegherò tutto ciò che c’è da sapere sulla pressione alta (o ipertensione arteriosa): come riconoscerla, quali sono le cause, i sintomi principali e i migliori rimedi naturali da utilizzare prima che si sviluppi una vera e propria ipertensione.
Quando si parla di pressione alta?
La pressione sanguigna è la forza esercitata dal sangue contro le pareti dei vasi sanguigni, il cui valore è misurato in millimetri di mercurio (mmHg). La pressione alta, quindi, consiste nella presenza costante di valori pressori superiori alla norma anche a riposo: in pratica, il sangue esercita continuamente una forza eccessiva contro le pareti arteriose e venose.
Secondo la Fondazione Umberto Veronesi [2], la pressione si può definire alta quando i suoi valori sono costantemente superiori a 85 mmHg per la minima e/o 130 mmHg per la massima. In questo caso, la pressione alta non è ancora patologica: si tratta dunque del momento perfetto per utilizzare rimedi naturali per abbassarla.
Quando invece i valori pressori superano costantemente i 90 mmHg per la minima e/o i 140 mmHg per la massima, si parla di ipertensione vera e propria.
Per saperne di più su come si classificano i valori pressori e come misurare correttamente la pressione, dai un’occhiata al mio articolo sulle linee guida per l’ipertensione.
Pressione alta: cause e fattori di rischio
Le cause della pressione alta possono essere molteplici, e sono diverse per le due distinte tipologie di ipertensione:
- quella primaria o essenziale, generata da una combinazione di fattori;
- quella secondaria, legata a una specifica causa scatenante.
Cause dell’ipertensione primaria
Tra le cause che possono concorrere a generare l’ipertensione primaria ci sono:
- invecchiamento;
- sovrappeso e obesità;
- stile di vita sedentario;
- squilibri ormonali;
- predisposizione genetica ed ereditarietà;
- iperattività del sistema nervoso simpatico, cioè quello che ci mette in allerta e genera reazioni involontarie di attacco e fuga ad esempio quando sentiamo un rumore improvviso;
- alimentazione scorretta, ricca di sale, caffè e altri stimolanti e povera di vitamina D.
Cause dell’ipertensione secondaria
L’ipertensione secondaria invece può essere scatenata da una causa specifica, ad esempio:
- malattie cardiache;
- gravi malattie renali;
- diabete;
- gravidanza;
- alcune malattie endocrine, tra cui l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo;
- sindrome delle apnee notturne;
- abuso di alcol;
- abuso di droghe stimolanti, come la cocaina o le anfetamine;
- abuso di liquirizia;
- uso prolungato di alcuni farmaci, tra cui cortisone, decongestionanti nasali, pillola anticoncezionale, antinfiammatori non steroidei, alcuni antitussivi, alcuni antidepressivi.
Fattori di rischio
A queste cause scatenanti si aggiungono alcuni fattori di rischio che, se presenti, aumentano la probabilità di sviluppare l’ipertensione e anche il rischio a essa legato.
Tra questi fattori troviamo:
- età avanzata, che solitamente favorisce l’aumento della pressione massima di circa 10 o 20 mmHg;
- ereditarietà e familiarità, che aumentano il rischio di ipertensione anche del 30%;
- presenza di malattie croniche;
- insonnia;
- fumo: essendo un vasocostrittore, va ad aumentare la pressione del sangue contro le pareti venose;
- sovrappeso e obesità;
- dieta scorretta, in particolare con un consumo eccessivo di sale, caffè, alcol e/o liquirizia;
- sedentarietà: lo sport infatti mantiene il cuore sano e allenato, aiuta a mantenere il peso forma e previene un altro fattore di rischio, lo stress;
- menopausa, a causa degli sbalzi ormonali e in particolare nei livelli di estrogeni;
- stress, emozioni intense, grandi arrabbiature, collera trattenuta, eccessive responsabilità lavorative o scolastiche: ne parlo più approfonditamente nell’articolo sull’ipertensione da stress.
Sintomi della pressione alta
La pressione alta viene spesso definita come un killer silenzioso, in quanto è quasi sempre asintomatica.
In alcuni casi, l’ipertensione presenta dei sintomi, che però sono tendenzialmente lievi e facili da confondere con le manifestazioni di altre patologie. Tra questi sintomi troviamo:
- tachicardia;
- mal di testa e sensazione di avere la testa pesante;
- ronzii alle orecchie;
- vertigini;
- sudorazione fredda;
- epistassi (cioè sanguinamento dal naso);
- nausea e vomito;
- offuscamento della vista o visione di fosfeni scintillanti (delle macchioline bianche e luccicanti);
- ansia e sensazione di oppressione al petto;
- tremori.
Rischi dell’ipertensione
Il problema dell’ipertensione è che, seppure silenziosa, può dare vita a diverse complicazioni, come:
- arteriosclerosi, cioè un danno ai vasi sanguigni che porta a un minore afflusso di sangue a organi come reni, cuore, occhi e cervello, con conseguenti danni a questi stessi organi;
- complicanze cardiovascolari: l’ipertensione non curata può generare infarto, insufficienza cardiaca, aneurisma e arteriopatia periferica, cioè un’occlusione delle arterie;
- complicanze renali, come la stenosi delle arterie renali e la compromissione della funzionalità renale di filtraggio;
- complicanze cerebrali, come l’ictus emorragico;
- deficit cognitivi e della memoria;
- gravi problemi di vista;
- disfunzione erettile e calo della libido;
- crisi ipertensive, in cui la pressione si alza improvvisamente generando i sintomi elencati nel paragrafo precedente (vista offuscata, tachicardia, giramenti di testa, nausea e così via). Generalmente si risolvono con il riposo [3], ma possono sfociare addirittura in ictus, attacco cardiaco, perdita di memoria, perdita della funzionalità renale, gravi danni agli occhi o edema polmonare;
- sindrome metabolica, una condizione che favorisce lo sviluppo del diabete e delle patologie cardiovascolari e cerebrali, che si diagnostica quando sono presenti almeno 3 fattori tra: pressione alta, iperglicemia, colesterolo LDL alto, trigliceridi alti ed eccessiva circonferenza addominale.
Pressione alta in gravidanza
Purtroppo fino al 10% delle donne incinte tende a presentare un aumento della pressione. I valori di riferimento per definire la pressione alta sono gli stessi (140/90 mmHg), ma si distinguono diverse tipologie di ipertensione:
- ipertensione cronica pre-esistente, quando la pressione è alta già prima della ventesima settimana, periodo in cui solitamente la pressione sanguigna tende ad abbassarsi, o fino a 12 settimane dopo il parto. In questo caso, la pressione alta non è dovuta alla gravidanza ma ad altri fattori pre-esistenti.
- ipertensione gestazionale, che insorge tra la ventesima e la quarantesima settimana e consiste nell’aumento della pressione ma senza la comparsa di proteine nelle urine.
- preeclampsia, che consiste in un aumento della pressione che si verifica dopo la ventesima settimana accompagnato dalla presenza di proteine nelle urine, da edemi a mani, piedi o viso e da sintomi di ipertensione. Questa condizione si verifica solitamente nelle donne di età avanzata, con diabete, con ipertensione cronica pre-esistente o incinte di gemelli.
- eclampsia, una rara ma grave complicanza per cui l’ipertensione porta allo sviluppo di crisi convulsive.
Se tenuta sotto controllo da una terapia medica specifica, l’ipertensione gestazionale non è pericolosa per la donna o per il bambino. Va comunque segnalata al medico perché, se non curata, potrebbe generare complicanze per la crescita del feto e al momento del parto, oltre che aumentare il rischio di sviluppare future patologie cardiovascolari per la mamma [4].
Pressione alta nei bambini
Purtroppo persino i bimbi possono essere ipertesi, soprattutto se sono sovrappeso o obesi, se seguono una dieta scorretta e fanno poca attività fisica, o se sono esposti a fumo passivo.
Pare che in Italia i bambini ipertesi siano circa il 4%, mentre in Europa la percentuale si alza al 5-6%, per salire al 22% se consideriamo solo i bambini obesi.
Il rischio per questi piccoli è di diventare adulti ipertesi, ma anche di sviluppare diabete e problemi a cuore, reni, occhi, vasi sanguigni e cervello.
I valori per diagnosticare l’ipertensione infantile cambiano in base all’età e tra maschietti e femminucce, dunque, se si hanno sospetti a riguardo, è bene rivolgersi al pediatra per avere un quadro preciso della situazione di salute dei propri bimbi.
Se l’ipertensione verrà diagnosticata, per curare i bimbi ipertesi sarà necessario innanzitutto spingerli a uno stile di vita più sano, regolando la loro alimentazione e stimolandoli a fare attività fisica. In alcuni casi, può essere necessaria anche una terapia farmacologica specifica per il bambino, sia per abbassare la pressione che, se necessario, per regolare i livelli di colesterolo e glicemia nel sangue: il pediatra saprà dirti in modo esatto come agire [5].
Rimedi contro la pressione alta
Se hai la pressione leggermente alta, se ti trovi nella fase di pre-ipertensione o se sei portato a svilupparla a causa della familiarità, ci sono vari metodi naturali che potrebbero aiutarti a regolarizzare la pressione arteriosa.
Trovi tutti i rimedi dettagliati nell’articolo Come abbassare la pressione alta: intanto ti lascio una sintesi generale di ciò che puoi fare per prevenire la pressione alta o per tenerla sotto controllo:
- assumere un integratore naturale: qui trovi le migliori pastiglie per la pressione alta, a base di ingredienti naturali e dunque perfette nelle fasi iniziali dell’ipertensione.
- migliorare l’alimentazione;
- fare attività fisica;
- cercare di mantenere il peso forma;
- lavorare sulla gestione dello stress;
- smettere di fumare.
Se invece soffri di ipertensione media o grave, dovrai sicuramente rivolgerti a un medico che, oltre a darti i consigli che ti propongo, ti prescriverà una terapia farmacologica adatta alla tua condizione.
Quando bisogna chiamare il medico?
Dovresti contattare il medico se la tua pressione è superiore a 180 mmHg per la massima e 120 mmHg per la minima, anche se uno solo dei due valori è eccessivamente elevato, e soprattutto se, insieme all’innalzamento della pressione, presenti sintomi come mal di testa pulsante, nausea e vomito, visione offuscata: potrebbe infatti trattarsi di una crisi ipertensiva. Se hai dolore al petto, difficoltà a respirare e intorpidimento degli arti, contatta il 118.
In gravidanza, invece, è consigliabile contattare il medico quando la pressione supera i 140/90 mmHg, anche solo per uno dei due valori. Se la pressione supera i 160/100 mmHg, è consigliabile chiamare il 118, perché potrebbe essere necessario il ricovero ospedaliero.
Sbalzi di pressione: cosa sono
Un altro argomento interessante relativo alla salute cardiovascolare riguarda gli sbalzi di pressione, ovvero quei momenti in cui la pressione aumenta o crolla improvvisamente a causa di vari fattori.
Nei soggetti che soffrono di pressione alta o bassa, queste variazioni repentine possono causare rischi anche gravi per la salute: ti spiego come riconoscere uno sbalzo di pressione, cosa fare e come prevenirlo in questo articolo sugli sbalzi di pressione.
Pressione bassa: ecco cosa c’è da sapere
C’è chi soffre di pressione alta e chi, al contrario, è tendenzialmente ipoteso, cioè ha la pressione più bassa della norma. Questa condizione può essere ugualmente pericolosa, perché può causare svenimenti, debolezza, cadute e, in casi gravi, shock a diversi organi. Ne parlo in modo più approfondito in questo articolo dedicato alla Pressione Bassa.
Referenze
- Ipertensione: i numeri in Italia;
- Come interpretare i valori della pressione arteriosa? La classificazione dell’ipertensione secondo l’OMS/IISH;
- Comparing the clinical efficacy of resting and antihypertensive medication in patients of hypertensive urgency: a randomized, control trial;
- Linee guida per la diagnosi e la terapia dell’ipertensione arteriosa in gravidanza;
- European Society ofHypertension guidelines for themanagement of high blood pressure in children and adolescents.