Si sente spesso parlare di padelle antiaderenti cancerogene, ma sarà vero? Usarle è pericoloso?
La risposta breve è NO, non sono pericolose, ma a patto che rispettino determinati standard produttivi e che vengano utilizzate nel modo corretto.
In questo articolo ti spiego in quali casi si può parlare di padelle antiaderenti cancerogene, quali sono le padelle e i materiali più sicuri, come utilizzarle in sicurezza e quando buttare una padella potenzialmente pericolosa.
Com’è fatto il rivestimento delle padelle antiaderenti?
Le pentole antiaderenti sono generalmente prodotte con acciaio, alluminio o ferro rivestiti con vari strati di materiali antiaderenti.
I più utilizzati al giorno d’oggi sono i PTFE, e in particolare il Teflon, che spaventano sempre più spesso gli utilizzatori a causa delle dicerie riguardo le padelle antiaderenti cancerogene.
Padelle antiaderenti cancerogene: è vero?
In realtà, le padelle antiaderenti NON sono cancerogene, o almeno non tutte lo sono. A determinare la pericolosità delle padelle sono i materiali utilizzati e il modo in cui vengono usate e trattate dal consumatore finale.
PTFE
Attualmente il rivestimento più comune e sicuro per le padelle antiaderenti è il PTFE, cioè il politetrafluoroetilene.
Si tratta di un polimero scoperto alla fine degli anni Trenta da un ragazzo americano, ed è stato utilizzato per mille applicazioni: dalle attrezzature militari ai tessuti tecnici sportivi, da protesi e impianti dentali a filtri, guarnizioni e valvole. E, dagli anni Sessanta, il PTFE viene utilizzato anche per rivestire le padelle antiaderenti: è contenuto in materiali come Teflon, Fluon, Algoflon, Hostaflon e Inoflon.
Il PTFE ha delle caratteristiche che lo rendono particolarmente adatto a questo scopo: non si scioglie in acqua o altri solventi, non reagisce con altre sostanze chimiche, non conduce elettricità, non è infiammabile e rimane stabile fino a quasi 300°C – una temperatura superiore a quelle generalmente utilizzate in una cucina casalinga.
Secondo EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), ACS (American Cancer Society), EPA (agenzia per la protezione ambientale statunitense), FDA (Food and Drug Administration) e l’Istituto di Chimica e Tecnologia dei polimeri del CNR di Napoli, il PFTE NON è cancerogeno e NON è rischioso per la salute nelle dosi con cui normalmente veniamo a contatto [1]. Inoltre la FDA ci rassicura anche sull’eventuale ingestione di minuscoli residui di PFTE, che parrebbero essere innocui.
Una padella antiaderente rivestita con PFTE di qualità, integra, prodotta rispettando le normative europee e utilizzata correttamente, quindi, è perfettamente sicura per la salute umana.
In particolare il Teflon, il materiale più utilizzato nelle padelle antiaderenti, è stato testato, non contiene nichel, metalli pesanti o PFOA ed è sicuro da utilizzare in cucina.
PFOA
Il PFOA, ovvero l’acido perfluoroottanoico, è un composto che può essere utilizzato nella produzione del PFOA.
Su di esso si sono espressi la EPA, lo IARC (agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) la ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienists) e numerosi scienziati, confermando che il PFOA è un cancerogeno di tipo 2B, cioè un possibile cancerogeno per l’uomo.
Gli studi sono stati effettuati prevalentemente sugli animali dopo un’esposizione prolungata e a dosi elevate, che comunque avvengono difficilmente nella vita quotidiana, e su persone esposte perché lavoravano in un impianto di produzione o vivevano in una zona adiacente. Comunque, a seguito di un’esposizione massiccia, pare che i PFOA possano aumentare il rischio di tumori a vescica, fegato, testicoli, pancreas e mammelle.
Oltre ad essere potenzialmente cancerogeni, i PFOA e le altre sostanze perfluoroacriliche (PFAS) potrebbero avere effetti avversi sul metabolismo (in particolare quello dei lipidi) e sull’equilibrio ormonale [2]. In particolare, potrebbero causare danni alla tiroide e favorire il colesterolo alto.
Attualmente l’EFSA ha introdotto pesanti restrizioni alla fabbricazione e alla vendita dei PFOA e degli altri PFAS, ovvero l’acido perfluoroottansolfonico (PFOS), l’acido perfluorononanoico (PFNA) e l’acido perfluoroesano sulfonico (PFHxS), che non erano presenti solo nelle padelle antiaderenti, ma anche negli imballaggi alimentari, e potevano contaminare acqua e mangimi.
L’EFSA ha stabilito i limiti massimi ritenuti sicuri per la salute umana a 4,4 nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo alla settimana [3]. Viene invece tollerata la presenta di PFAS o PFOA in tracce non intenzionali.
Fortunatamente, molte padelle di ultima generazione sono prodotte senza l’uso di queste sostanze nocive: quando acquisti una padella antiaderente, dunque, controlla che siano presento diciture come “PFOA-free” (ti spiego meglio cosa significa in questo articolo sul PFOA Free) oppure “PFAS-free“.
Padelle antiaderenti sicure: ecco quali scegliere
Non bisogna demonizzare al 100% tutte le padelle antiaderenti: quelle sicure esistono e sono comodissime da usare, dato che cuociono bene e senza attaccare (anche quando non si usano quantità industriali di grassi) e si puliscono facilmente. Le uso ogni giorno, per cucinare praticamente tutto.
Io personalmente ho scelto un set Moneta, ma ci sono padelle antiaderenti sicure adatte a ogni esigenza (e a ogni budget): trovi le migliori in assoluto nell’articolo “migliori padelle antiaderenti“.
I miei consigli in generale sono:
- scegliere padelle di alta qualità: il costo è sicuramente maggiore, ma avrai la garanzia sia della sicurezza della padella che della sua durata nel tempo;
- scegliere padelle PFOA e PFAS-free.
Consigli per un uso corretto delle padelle antiaderenti
Ovviamente l’uso che fai di una padella antiaderente può determinare un calo nella sua sicurezza: alcune abitudini, infatti, possono rovinare il rivestimento e favorire la dispersione dei materiali che costituiscono la padella all’interno del cibo che cucini.
Per usare in sicurezza una padella antiaderente, ti raccomando di:
- non scaldare mai la padella vuota: i materiali infatti sono sicuri fino a una certa temperatura (solitamente oltre i 250°C), superata la quale la loro stabilità potrebbe essere compromessa e le padelle potrebbero rilasciare vapori. Per lo stesso motivo, è consigliabile mantenere la cucina ben areata;
- lascia raffreddare la padella prima di riempirla con acqua fredda, per evitare che l’escursione termica danneggi il rivestimento;
- prima di lavare la padella in lavastoviglie, controlla che sull’etichetta ci sia il simbolo che indica che questo tipo di lavaggio è possibile. Alcune padelle, infatti, potrebbero rovinarsi venendo a contatto con il detersivo aggressivo e con i lavaggi ad alte temperature, quindi andrebbero lavate sempre a mano;
- non utilizzare utensili metallici o appuntiti nella padella e non lavarla con spugne abrasive o di metallo. Se il rivestimento antiaderente si graffia, infatti, non solo rischi di ingerirne piccole parti, ma soprattutto gli alimenti possono entrare in contatto con il metallo sottostante, che non sempre è adatto al contatto con il cibo e che potrebbe contaminarlo con residui metallici. Se il rivestimento della tua padella è danneggiato, buttala.
Referenze
- Cucinare con pentole con rivestimento antiaderente causa il cancro? – AIRC;
- The Madrid Statement on Poly- and Perfluoroalkyl Substances (PFASs);
- Risk to human health related to the presence of perfluoroalkyl substances in food.