Nel nostro paese le leggi sono spesso contorte e di difficile interpretazione e questo coinvolge anche la determinazione del CBD legale in Italia. Nonostante una legge del 2016 abbia infatti modificato il precedente riferimento normativo e aperto la strada alla commercializzazione della cannabis light, alcune contrastanti sentenze della cassazione hanno lasciato aperte delle perplessità.
Per fortuna, analizzando la questione nel complesso, emerge un quadro confortante che rassicura i consumatori del fatto di poter tranquillamente acquistare determinati prodotti al CBD legale in Italia e godere degli straordinari effetti benefici di questa rivoluzionaria molecola
Il CBD è legale in Italia? Le normative di riferimento
In passato tutti i prodotti a base di canapa Cannabis sativa o indica erano considerati illegali, perché rientravano nell’ambito di applicazione del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope (legge 309/1990).
Una svolta positiva è avvenuta nel 2016, quando la legge 242 (entrata in vigore nel Gennaio del 2017) ha modificato i requisiti di questi prodotti. Il legislatore, nel promulgare questo testo, ha infatti constatato che le competenze raggiunte in agronomia erano tali da realizzare un prodotto, la cannabis light, capace di soddisfare i criteri di sicurezza e tutela dei consumatori.
L’importanza di questa rivoluzione si concretizza in modo particolare nell’evidenza che, al di là degli effetti psicotropi che l’hanno sempre caratterizzata, la pianta della cannabis contiene sostanze di grande efficacia per la tutela ed il miglioramento della salute. Il CBD, in particolare, riveste un ruolo fondamentale perché è responsabile della maggior parte dei benefici attribuiti al consumo della cannabis ma non è minimamente coinvolto nei suoi effetti psicotropi.
CBD e THC: differenze per la legge e la medicina
CBD e THC sono i principi attivi più importanti della canapa e sono i maggiori responsabili degli effetti della canapa sull’organismo umano. Sebbene siano entrambe molecole facenti parte dei fitocannabinoidi, in grado di interagire con i recettori per gli endocannabinoidi del nostro sistema endocrino, sono tuttavia molto diverse tra loro. Il THC, infatti, è responsabile degli effetti psicoattivi della cannabis. Questa molecola interferisce con il sistema nervoso alterando lo stato di coscienza e producendo l’effetto “drogante” della marijuana.
Il CBD è legale in Italia, perché non interagisce alla stessa maniera e modifica positivamente alcune funzioni fisiologiche dell’organismo.
In realtà anche il THC ha proprietà mediche importanti e infatti, già prima dell’introduzione della citata legge 242, l’uso terapeutico della cannabis era ammesso come rimedio naturale per le malattie accompagnate da dolore cronico, per alcune patologie del sistema nervoso e per alcuni disturbi della sfera psichiatrica.
La novità normativa effettua una netta distinzione tra questi due principi attivi. Dal momento della sua entrata in vigore, viene introdotto un concetto nuovo: è il THC, e non la canapa, il vero oggetto della contesa legale. La legge 242 infatti permette la coltivazione, lavorazione e commercializzazione dei soli derivati della canapa con un contenuto in THC inferiore o uguale a 0,2%, consentendo una tollerabilità fino a 0,6%.
Il CBD non viene menzionato, essendo innocuo sotto il profilo degli effetti stupefacenti. Questa legge consente in Italia l’avvio di coltivazioni e lavorazioni della canapa per la realizzazione di prodotti ad uso ricreativo o nutraceutico a base di CBD legale.
Cannabis light: la pianta da cui estrarre il CBD legale
A questo punto è lecito chiedersi: ma allora in Italia è stata liberalizzata la cannabis?
La risposta, in realtà, è no. La tradizionale pianta di canapa coltivata e commercializzata come sostanza stupefacente era ed è tuttora illegale. Ma la selezione attenta di varietà di cannabis sativa contenenti un quantitativo sempre più ridotto di THC ha portato alla nascita di diverse selezioni di Cannabis sativa light.
Queste varietà di Cannabis sativa sono selezionate per coniugare le virtù della canapa con le esigenze di sicurezza per i consumatori e per la società. Sul mercato si ritrovano diverse selezioni di Cannabis light, che si differenziano per dimensioni, resa e caratteristiche.
Per i motivi che vedremo dopo, però, sconsigliamo la autoproduzione e vi invitiamo invece ad acquistare prodotti lavorati e certificati per gli usi e le necessità specifiche.
CBD e prodotti derivati: quali sono i benefici?
L’esigenza di rendere legale il commercio di prodotti al CBD è divenuta improcrastinabile dal momento che la scienza medica ha rilevato gli enormi benefici per la salute che possono derivare dal consumo di prodotti che contengano questo principio attivo.
Moltissime sono, infatti, le condizioni patologiche che possono essere prevenute o trattate con l’impiego di questo composto. Secondo i numerosissimi studi scientifici disponibili in letteratura, ad esempio, il CBD è efficace per perdere peso, perché riduce il senso della fame e modifica il metabolismo energetico. Il consumo di questa molecola, inoltre, ha importanti effetti rilassanti e calmanti, molto utili per contrastare l’ansia e la depressione.
Notevoli sono anche le capacità antiinfiammatorie del CBD, che lo rendono molto utile per trattare problemi di salute legati a stati di infiammazione cronica, come ad esempio artrosi, artrite e tutte le patologie che comportano dolori alle articolazioni. Anche la salute e la bellezza della pelle possono essere oggetto di trattamenti con olio o al CBD o creme specifiche, perché si è osservato che questo composto migliora l’idratazione, nutre e rigenera i tessuti della pelle rovinati da invecchiamento e raggi UV. Leggi anche l’approfondimento riguardo le proprietà per la pelle della canapa.
In generale, il consumo di CBD è associato ad un miglioramento del benessere psicofisico generale, pertanto gli integratori a base di questo composto possono aiutare a equilibrare il proprio stato di salute anche in assenza di specifici problemi acuti, ma in relazione a generiche difficoltà dovute ai ritmi stressanti della vita quotidiana.
Le sentenze della Cassazione creano un po’ di confusione
A destabilizzare un quadro che sembrava stato definito in un perimetro ben chiaro è arrivata però una sentenza della Corte di Cassazione emessa il 30 Maggio 2019. Secondo questa sentenza, infatti, la legge 242 andrebbe interpretata in maniera restrittiva ed il limite del 2% del THC non rappresenterebbe di per sé una garanzia di legalità.
Secondo quanto si legge nella sentenza, infatti, il testo unico sulle droghe (tutt’ora in vigore, e non abrogato dalla legge 242) è applicabile indiscriminatamente alle produzione e commercializzazione della Cannabis sativa e dei suoi derivati escludendo il solo caso in cui tali prodotti siano del tutto privi di “capacità drogante”. Se la legge 242 stabiliva dei criteri oggettivi, cioè il limite del 2% e la tollerabilità alla fonte del 6% di THC, l’interpretazione della sentenza della Cassazione rimette un po’ tutto in discussione, perché rimette ad una generica “capacità drogante” non meglio identificata al centro della legalità dei prodotti a base di cannabis.
Fortunatamente per i consumatori, anche questa nuova definizione non pone una limitazione alla produzione e al consumo di prodotti come l’olio al CBD, gli integratori al CBD e tutti i prodotti che contengano al proprio interno solo questa molecola. La “capacità drogante”, infatti, come intesa dalla Corte, è imputabile solo al THC, mentre è evidente e scientificamente provato che il CBD non partecipi in nessun modo a questo fenomeno.
Se, quindi, i coltivatori e produttori della materia prima, ossia la pianta della Cannabis sativa, sono in effetti coinvolti nella nuova interpretazione della normativa (che rende rischiosa anche la autoproduzione di cannabis light), i produttori e i consumatori di derivati di lavorazione che non includano il THC (come i prodotti a base di CBD) sono assolutamente tutelati anche dalle interpretazioni più restrittive della legge.
D’altro canto, le capacità terapeutiche e la sicurezza garantita da questi prodotti naturali sono e devono rimanere una risorsa a disposizione della popolazione. In tale senso non solo le associazioni di consumatori ma anche molte organizzazioni sanitarie tengono alta l’attenzione, per evitare che il ritorno a proibizionismi che nulla hanno di scientifico possa vanificare il progresso ottenuto tramite il riconoscimento delle proprietà importantissime di questi prodotti.
CBD per tutti gli usi: la selezione di Salute Segreta
Come i nostri lettori più affezionati già sanno, Salute Segreta è costantemente attenta a ciò che il mercato propone, analizzando e selezionando per voi i migliori prodotti per il benessere all’insegna delle tre E: Efficaci, Economici, Ecologici.
Per quanto riguarda il CBD legale il nostro consiglio va verso queste linee di assoluta qualità:
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