I dati dell’Osservatorio sulla Salute nel Belpaese sono decisamente allarmanti: solo la metà delle donne italiane ha eseguito un test di Mammografia durante la sua esistenza.
Significa che una donna su due non si sottopone periodicamente agli screening fondamentali per la prevenzione del tumore alla mammella, sebbene questo tipo di malattia colpisca una persona di sesso femminile su tre.
Nel sud i numeri delle donne che non eseguono esami preventivi diventano ancora più alti, e non a caso la mortalità per la patologia aumenta in modo considerevole. Prima di pensare a tecniche per aumentare il seno, è il caso di occuparsi della propria salute!
Nonostante l’appello degli oncologi e i test gratuiti a disposizione proposti dalle Aziende Sanitarie locali del nostro Paese, sono decisamente basse le adesioni ai differenziati programmi di prevenzione. Un dato sconcertante di cui si è parlato anche al recente convegno ‘Breast Journal Club” a Cremona, alla presenza di oltre 300 specialisti. Eppure i carcinomi affrontati in tempo possono essere risolti nell’80% dei casi.
Di cancro si può guarire, ma non va assolutamente sopravvalutato o, peggio, accettato come fosse una fatalità alla quale arrendersi. Va combattuto proprio con la prevenzione. Tra l’altro sono state messe a punto nuove ed efficaci terapie , meno invasive e con tossicità contenuta: farmaci che hanno trattato con successo anche il carcinoma mammario triplo negativo metastatico [1], e che hanno aumentato in modo esponenziale le aspettative di vita delle pazienti.
La Mammografia come prevenzione
Uno dei test radiologici basilari nei programmi di screening e nella prevenzione dei tumori e cancri alle mammelle è la Mammografia, un’efficace indagine diagnostica in grado di rilevare in tempo le alterazioni del tessuto che fungono da campanello di allarme.
E’ tuttora il test più affidabile per mettere in luce un tumore inferiore ad un centimetro di grandezza, e resta ancora l’unica arma di prevenzione che le donne hanno per scongiurare la malattia e, soprattutto, per affrontarla con esito positivo.
C’è da dire che non tutte le lesioni del tessuto della mammella riescono ad essere scoperte con la Mammografia bilaterale, soprattutto in presenza di un seno ancora giovane e quindi con una maggiore densità. Dopo la menopausa invece è più semplice individuare carcinomi, grazie alla minore consistenza del tessuto fibroso del seno stesso. Nel primo caso può essere necessario, se non di fondamentale importanza , eseguire ulteriori controlli e verifiche richieste dallo specialista, in particolare un’ecografia mammaria in grado di verificare o escludere la presenza di tumori maligni.
I numeri della patologia
Una donna su tre è a rischio di carcinoma mammario. Il tumore, infatti, colpisce ogni anno oltre 50.000 persone per lo più di sesso femminile.
Oggi, la patologia rappresenta la prima causa di mortalità nelle donne in età fertile.
La prevenzione dovrebbe riguardare tutte le donne a partire dai vent’anni che possono effettuare mensilmente un’auto palpazione per verificare la presenza di noduli.
E’ importante sapere che gli squilibri ormonali mensili, l’uso della pillola contraccettiva e persino la conformazione fisica modificano la struttura del seno, pertanto è facile incorrere in falsi allarmi.
A partire dai 35 anni inoltre ogni donna dovrebbe sottoporsi a screening completi con una frequenza biennale, corredati da visita presso un ginecologo e un senologo. La palpazione fatta in casa per prevenire eventuali neoplasie resta sempre utile, tuttavia non è sufficiente proprio per i cambiamenti che il corpo subisce nell’arco dell’esistenza. Serve un esame specialistico a cadenza costante, come appunto la Mammografia, in grado di indicare anche piccoli cambiamenti e minime lesioni della struttura adiposa e fibrosa del seno, non individuabili soltanto con un’ispezione fatta in casa e allo specchio.
Mammografia o ecografia mammaria?
Il perché decidere di fare ulteriori verifiche lo abbiamo spiegato poc’anzi. Su mammelle giovani, di donne in età fertile, è necessario un controllo più approfondito con ecografia mammaria, un esame effettuato mediante l’uso degli ultrasuoni che permette di identificare condizioni di mastopatia fibrocistica, ovvero noduli benigni.
Al contrario, la Mammografia che, come dice lo stesso nome, è una radiografia mammaria, serve ad individuare le piccole lesioni e le micro calcificazioni. E’ più adatta alle donne con più di 40 anni e quindi con una minore densità del tessuto fibroso che compone il seno. L’esame è bidimensionale, ovvero a due dimensioni, ed utilizza una serie di lastre in cui vengono posizionate le mammelle per fotografarne il tessuto.
Differenze tra Mammografia analogica e digitale
Negli ultimi anni è stata messa a punto la tecnologia 3D anche per gli esami di Mammografia. Questa tecnica innovativa consente di rilevare anche la più piccola lesione presente localmente.
Lo screening si basa sulla Tomosintesi, ovvero la Mammografia in 3D e in digitale, con i referti visibili sul display in tempo reale. Tale esame permette la scannerizzazione del tessuto in 3 dimensioni, appunto, con una risoluzione altissima, pertanto in grado di identificare nell’immediato anche i tumori più piccoli. E’ comunque consigliata a donne in età fertile e di anni non superiori a 50.
Al momento è disponibile anche un esame di ultima generazione chiamato pap-test del seno, che permette una diagnosi anticipata del tumore alla mammella.
Consiste nel prelevamento di alcune cellule dal canale attraverso cui passa il latte materno. Il materiale raccolto viene successivamente analizzato al microscopio per verificare se presenta caratteristiche pretumorali.
I fattori di rischio
Se vi è capitato di seguire precedentemente il nostro blog, avete senz’altro letto di come i cattivi stili di vita incidano sempre più frequentemente sullo stato della nostra salute.
Un’alimentazione sbagliata, povera di nutrienti, vitamine e sali minerali e, al contrario, ricca di grassi animali, contribuisce a distruggere le cellule sane e a indebolire l’organismo.
Inoltre le tossine che respiriamo – il fumo per esempio – quelle che ingeriamo con i cibi dannosi ma anche con l’abuso di droghe e alcol, persino le sostanze non proprio naturali che assorbiamo con gli indumenti di nuova generazione concorrono all’insorgere di malattie gravi.
Partecipano alla formazione di patologie anche alcune condizioni genetiche-costituzionali. Purtroppo una percentuale, seppur piccola, di possibilità di ammalarsi di tumore è data da fattori ereditari.
Gli studi scientifici hanno dimostrato che chi ha avuto in famiglia casi di tumore alla mammella, ha maggiori possibilità di sviluppare la malattia. Alcuni luminari asseriscono che una gravidanza in giovane età, e lo stesso allattamento protratto per un periodo superiore ad un anno, abbiano una funzione protettiva.
Fortunatamente oggi non mancano gli strumenti per curare la propria salute e non ci sono scuse. Prevenzione è la parola d’ordine, che non significa soltanto l’uso costante di strumenti di check-up e l’abitudine ad effettuare visite specialistiche, ma anche una qualità della vita ottimale, con un’alimentazione controllata e bilanciata e una moderata attività fisica all’aria aperta, con adeguato riposo psico-fisico lontano da stress e attività logoranti.
Mens sana in corpore sano scriveva Giovenale. E se lo ripetiamo a distanza di quasi duemila anni, forse non aveva tutti i torti.
Referenze
- Carcinoma mammario triplo negativo metastatico, speranze di cura grazie a sacituzumab govitecan, nuovo farmaco intelligente;