Il neo verrucoso, detto più propriamente nevo verrucoso, è un tipo di neo dall’aspetto caratteristico che può essere presente dalla nascita o comparire durante la vita dell’individuo. In genere non è doloroso ma può essere pericoloso per la facilità con cui può staccarsi e per la possibilità di trasformarsi in un tumore della pelle.
In questo articolo vi spiegheremo come riconoscere un neo verrusoco, come va gestito e quando è il caso di preoccuparsi.
Neo o nevo: cos’è e perché si forma?
Il neo (o nevo) è una neoformazione, cioè un elemento del corpo che si genera dopo che il tessuto ha già completato il proprio sviluppo, che nasce nei tessuti della pelle.
La responsabilità della formazione di un neo è dei cosiddetti melanociti, ossia le cellule della pelle che producono melanina. I melanociti sono molto importanti per proteggere la pelle dall’azione nociva dei raggi ultravioletti del sole, e in genere sono diffusi uniformemente nella pelle.
Quando invece i melanociti si raggruppano in un punto, si forma un neo che quindi non è altro che un ammasso di queste cellule della pelle.
Poiché anche il melanoma si origina da una degenerazione dei melanociti, esiste un collegamento tra nei e tumori della pelle che rende molto importante un monitoraggio costante dei nei del nostro corpo.
I nei possono essere di molti tipi e dimensioni. La maggior parte sono lisci e aderiscono alla superficie della pelle, mentre alcuni possono essere in rilievo, dall’aspetto compatto o irregolare, riuniti in un glomerulo o distesi e lineari. Alla nascita i bambini non presentano nei, e questi si sviluppano per lo più durante l’età giovanile. Dopo i 30 anni la formazione di nuovi nei è rara ma non impossibile, mentre nelle persone anziane è un evento praticamente inesistente. Anche se in genere i nei sono compagni di vita silenziosi e rispettosi, è possibile che si tramutino in un tumore maligno della pelle, per questo vanno costantemente monitorati per scorgere eventuali cambiamenti. La diagnosi precoce, che può essere fatta grazia all’attività di screening, può infatti essere decisiva per una prognosi favorevole.
Neo verrucoso: come è fatto e come riconoscerlo
I nei possono essere di tanti tipi e forme; il neo verrucoso ha una forma caratteristica che lo rende facilmente identificabile. Poiché è il tipo di neo che più spesso si trasforma in melanoma, è bene individuarlo e tenerlo sempre ben monitorato.
La forma di un neo verrucoso è quella di una formazione scura e in rilievo, il cui colore può variare dal marrone scuro al rosso. Rispetto al neo tuberoso, che condivide con il neo verrucoso il fatto id essere in rilievo sulla pelle, quest’ultimo ha un tipico aspetto che i dermatologi definiscono “papillomatoso o mammellonato” cioè costituito da tanti piccoli bozzi uniti insieme a formare un conglomerato ruvido e irregolare. Inoltre, a differenza del neo tuberoso, sul neo verrucoso possono crescere dei peli.
Non tutti i nei verrucosi sono uguali: alcuni sono compatti, altri sono peduncolati, cioè hanno un lembo più sottile che li unisce alla pelle. Inoltre possono essere distinti due principali tipi di neo verrucoso: quello moriforme e quello lineare. Il neo verrucoso moriforme, come si intuisce dalla parola, ricorda l’aspetto di una mora: è quindi tondeggiante e compatto. Il neo lineare, invece, pur mantenendo la caratteristica di essere in rilievo e mammellonato o papillomatoso, non ha una forma regolare e compatta ma si estende come una linea. In questo, ricorda di più l’aspetto di un tumore e può in alcuni casi destare per tanto un po’ di preoccupazione. I nei verrucosi lineari, hanno una maggiore tendenza a irritarsi, infiammarsi e generare fastidiosi pruriti.
Neo verrucoso e melanoma
Nei e melanomi hanno una caratteristica in comune: sono entrambe neoformazioni costituite da melanociti. I nei verrucosi, però, sono stabili e non rappresentano un pericolo per la salute, ma possono diventarlo nel caso in cui si tramutino in tumori maligni.
Iniziamo subito col precisare che solo una piccola parte dei tumori della pelle si origina dalla trasformazione di un neo in un melanoma. Quindi la presenza di nei sulla pelle non deve automaticamente indurci in uno stato di preoccupazione. Ma una piccola percentuale delle lesioni tumorali è effettivamente dovuta a nei che cambiano le proprie caratteristiche, e i nei verrucosi sono quelli che hanno la maggiore tendenza a farlo.
Ad ogni modo, un neo comparso in età giovanile nella maggior parte dei casi rimarrà un semplice accessorio estetico per tutta la vita. La comparsa di nuovi nei, soprattutto in età adulta, deve invece essere attentamente valutata perché potrebbe trattarsi di un melanoma allo stadio iniziale. La maggior parte dei melanomi, infatti, compare direttamente in forma maligna dalla degenerazione di normali melanociti.
In caso di dubbio è sempre bene rivolgersi ad uno specialista dermatologo, ma un consiglio generale per distinguere un neo verrucoso da un melanoma è quello di utilizzare il metodo di valutazione ABCDE :
- A: Asimetria,
- B: Bordi,
- C: Colore,
- D: Dimensioni,
- E: estensione.
Vediamo nel dettaglio cosa significano queste indicazioni: una formazione maligna ha una forma asimmetrica, mentre il semplice neo verrucoso è generalmente compatto e circoscritto (almeno la forma moriforme). I bordi di un neo sono regolari, mentre quelli di un melanoma sono irregolari e frastagliati. Il colore di un neo è unico e uniforme, mentre le formazioni maligne hanno spesso vari colori che distinguono diverse parti del neo. Le dimensioni sono un indizio importante: un diametro che superi i 6 mm è un segno preoccupante di una possibile lesione maligna. Infine la tendenza all’estensione definisce la caratteristica dei tumori di aumentare le proprie dimensioni nel tempo, mentre un semplice neo verrucoso è stabile e non cambia di forma e dimensioni.
Cosa fare se un neo verrucoso si stacca
I nei verrucosi, soprattutto se peduncolati, sono facilmente soggetti a rompersi e staccarsi ed è credenza comune che questo evento favorisca la sua trasformazione in tumore della pelle. In realtà questo collegamento è frutto di una convinzione errata: non esiste alcuna evidenza del fatto che un neo verrucoso possa trasformarsi in melanoma in seguito ad una sua lesione. Ad ogni modo, se un neo verrucoso si rompe può dare luogo ad un sanguinamento che è difficile da fermare, per questo motivo è sempre consigliato fare molto attenzione e, se dovesse capitare, ricorrere all’immediato intervento di uno specialista.
A volte si sceglie di eliminare il neo ricorrendo alla chirurgia. Questa scelta è dettata spesso da ragioni estetiche o, in alcuni casi, dalla volontà di ridurre il rischio che il neo verrucoso si trasformi in melanoma. Questa seconda scelta è particolarmente calzante per soggetti con una storia familiare di tumori della pelle. Se si sceglie di effettuare la rimozione chirurgica per motivi estetici, è bene tenere sempre a mente che l’asportazione lascerà una vistosa cicatrice sulla pelle, per cui andrà attentamente valutato se è effettivamente il caso di intervenire o se il rimedio rischi di essere peggiore della malattia. L’uso di prodotti sbiancanti è controindicato, mentre in alcuni casi la rimozione chirurgica è stata sostituita da interventi criogenici (tecniche che utilizzano temperature estremamente basse per “bruciare” il neo senza conseguenza), con risultati molto incoraggianti.
Fattori di rischio per la comparsa e la degenerazione dei nei verrucosi
Dal punto di vista dell’incidenza, il sesso no sembra collegato ad una maggiore o minore probabilità di sviluppare nei verrucosi. L’età, invece, come abbiamo detto, gioca un ruolo molto importante. Nella maggior parte dei casi la comparsa di un nuovo neo avviene in età giovanile e, quando questo accada in età matura, bisogna farlo esaminare da uno specialista per verificare che si tratti effettivamente di un semplice neo verrucoso. Anche il colore della pelle rappresenta un importante fattore di differenza: i soggetti di etnia caucasica, infatti, sono maggiormente soggetti a sviluppare nei e anche a veder insorgere tumori maligni della pelle.
Il principale fattore di rischio per la comparsa o la trasformazione dei nei verrucosi in degenerazioni maligne, come i melanomi, è l’esposizione ai raggi ultravioletti, che sono una componente ad altissima energia della luce solare che riesce a causare danni al DNA trasformando le cellule normali in cellule tumorali.
Creme solari e vitamina D, la combinazione migliore per ridurre l’incidenza dei tumori della pelle
L’esposizione a una forte irradiazione solare, a causa dell’intensità dei raggi UV, è considerata la causa primaria dell’insorgere dei tumori della pelle.
Specialmente i soggetti con nei verrucosi dovrebbero quindi proteggersi adeguatamente con creme solari ad alta protezione, anche se non è necessario utilizzare una protezione più alta sul neo rispetto al resto del corpo.
Le creme protettive, però, hanno sorprendentemente un effetto negativo per lo sviluppo di altri tipi di tumore, in particolare i tumori al colon, al seno e alla prostata. La luce solare, infatti, stimola la produzione di vitamina D, che è un agente protettivo formidabile verso questo tipo di patologie. Per questo motivo uno studio condotto in Australia, paese in cui i tumori della pelle sono un problema molto diffuso, ha promosso l’utilizzo di integratori di vitamina D in combinazione all’utilizzo delle creme solari, in modo da proteggere adeguatamente la pelle e fornire la giusta quantità di vitamina D per non aumentare il rischio di altre gravi malattie.
- Una sola capsula softgel di Rite-Flex Vitamin D3 al giorno è fonte di Vitamina D3, utile per la salute delle ossa e del sistema immunitario. Dosaggio 100 UI
- La vitamina D3 è la vitamina del Sole, che regola il metabolismo del calcio e la conseguente mineralizzazione dello scheletro
La scelta della crema solare più indicata ricade sulla tipologia di pelle del soggetto: persone dalla pelle chiara e i capelli biondi dovrebbero usare creme con fattori protettivi da 30 in su.
- Alleato contro l'invecchiamento: questa crema non solo protegge la vostra pelle grazie ai filtri fotostabili solari UVA/UVB avanzati, ma si trasforma in uno scudo contro le macchie solari e le rughe
- Dermatologicamente testata: il complesso funzionale Triple Moist Complex ha un'azione idratante istantanea e nutriente, con lo scopo di mantenere il viso nutrito e idratato a lungo
Pelli olivastre possono essere adeguatamente protette già con un fattore 15, mentre fototipi intermedi dovrebbero usare creme dal fattore protettivo intermedio.
- Prodotto della marca: lancaster
- Tipo di prodotto - prodotto della marca: lancaster